IL SUONO OLTRE IL SILENZIO
INCONTRI CON LA MUSICA NELLE CURE DI FINE VITA
di LAURA GAMBA
Recensione del Comitato di Lettura del Premio Italo Calvino, Edizione XXVIII
Un libro di grande interesse e di straordinario impegno umano e civile che avrebbe diritto alla massima diffusione, non certamente, però, un testo di narrativa. Si tratta del regesto dell’attività di musicoterapia, svolta dall’autrice, insegnante di musica, presso i malati terminali. La scrittura è estremamente precisa, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più tecnici della questione. Non c’è però, e non crediamo fosse nell’intenzione dell’autrice, una rielaborazione letteraria della lingua e della materia affrontata, pur se qua e là appaiono tratti che rivelano un autentco talento narrativo. Occorre dire che l’autrice, per suo habitus e per estrema correttezza professionale, evita di norma di superare la soglia che separa la testimonianza dalla rielaborazione letteraria, dalla narrazione. Laura Gamba dà l’impressione a chi legge di muoversi sempre in punta di piedi, con le antenne sempre drizzate a cogliere le minime reazioni dei malati e dei loro familiari. Il libro presenta anche un’utile Appendice in cui viene fatto il punto sui vari aspetti (soprattutto legislativi, ma non solo) delle cure palliative e della terapia del dolore che si praticano negli Hospice: in proposito c’è scarsa informazione, ci sono molti pregiudizi che si radicano nella grande difficoltà di affrontare serenamente i problemi del fine vita. La Postfazione è particolarmente interessante: è il distillato di una protratta riflessione dell’autrice sul senso della musicoterapia e sulla sua lunga esperienza in proposito in diversi Hospice, sul significato, più in generale, che può avere la musica, sui diversi tipi di reazione alla musicam − riflessioni in cui meno sistematicamente ci eravamo già imbattuti leggendo i singoli ritratti dei malati. Tra queste sparse riflessioni, suggestive sono quelle relative alla percezione del tempo nei malati terminali, sul variare con l’età del rapporto col suono, sull’odierna rimozione dell’idea di fine vita (che differenza, nel bene e nel male, con il vituperato Seicento quando si scrivevano interi trattati sull’accoglimento della morte, basti pensare a Dell’uomo al punto di Daniello Bartoli!); ci interrogano quelle sulla scarsa considerazione di cui godono gli psichiatrici negli stessi luoghi di cura; non mancano neppure notazioni sociologiche sul rapporto tra musica e profondo nord. Questo libro, ci viene detto, è il frutto di un lavoro durato nove anni: e lo si percepisce, perché tutto è perfettamente soppesato e meditato.
Tanti i ritratti di singoli malati, e tutti diversi l’uno dall’altro. Lancinante è quello di Emma, ricoverata in un piccolo e triste Hospice: “Entro e la chiamo per nome, subito apre i suoi grandi occhi neri e mi rivolge uno sguardo dolce e disarmato, dietro il quale riconosco stupore e paura ma anche una fiducia bambina. Lo sguardo di Emma non mi lascerà più anche quando diventerà vitreo, opaco, spento, smarrito dietro al velo che piano piano avvolge e trascina via con sé”. Ognuno affronta a suo modo “il punto”: chi continua a essere galante come Alfonso, chi appare difficile come Guido, chi non capisce e non accetta come Emilio (“E pensare che ho lavorato tutta la vita…”), chi è rapito dalla musica come Attilio, chi è piccolo e fragile e chiede di ascoltare la Marsigliese, chi è consapevole e vuole tagliare corto come Egle, chi è serena e umile come Rosina, chi vuole ascoltare ancora una volta “Non ho amato mai tanto la vita”. In questi momenti affiora poi con chiarezza la natura dei rapporti che si sono avuti con i famigliari: non basta la sofferenza e la morte incombente a mettere a tacere antiche incomprensioni (Bernardo), Dai parchi discorsi emergono lacerti di vita di un tempo, le aie, le balere, gli spiaggioni sul Po. Affacci sul passato prima che tutto finisca.
Il libro dovrà trovare un’adeguata visibilità e un’adeguata collocazione.
Il Comitato di Lettura
L’autrice
Laura Gamba, Musicoterapista a tempo pieno presso il DSM della ASST di Cremona, collabora con la Associazione Cremonese Cura del Dolore ACCD svolgendo attività di Musicoterapia presso l’Hospice del presidio Ospedaliero di Cremona.
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