Al confine tra due mondi: l’applicazione dell’Ipnosi nelle Cure Palliative.

Di Vera Baroni

Le persone che si trovano ad affrontare una malattia terminale e sottoposte a cure palliative, presentano una costellazione di sintomi limitanti (fisici, psicologici, spirituali, sociali), non sempre gestibili efficacemente con la terapia convenzionale e che influenzano negativamente la qualità di vita. L’ipnosi, in quanto terapia complementare, può affiancarsi alla medicina tradizionale, rivelandosi un valido aiuto sia per la gestione dei sintomi della persona, sia per facilitare il familiare nell’accompagnamento al fine vita del proprio caro. Questo articolo vuole dunque descrivere i benefici che l’ipnosi e l’autoipnosi possono offrire ai pazienti sottoposti a cure palliative.

Sono stati analizzati diversi articoli scientifici, selezionati utilizzando parole chiave inserite all’interno di diverse banche dati (Pubmed, Google Scholar), i cui risultati hanno evidenziato un miglioramento dei sintomi (fisici, psicologici, spirituali, sociali), del benessere e della qualità globale della vita in diverse popolazioni patologiche (bambini/adolescenti, adulti, malati di SLA), conseguenti all’applicazione delle pratiche ipnotiche.

Come effetti collaterali vengono riportati stanchezza fisica ed emotiva a fine sessione, facilmente compensate dall’efficacia, dalla compliance e soddisfazione delle persone successive al trattamento.

Tali pratiche stanno guadagnando sempre maggiore credito per quanto riguarda il loro utilizzo e applicazione come terapie aggiuntive/complementari nel trattamento dei sintomi caratterizzanti la fase terminale di malattia. Diversi studi raccomandano di sviluppare ulteriori ricerche in questo ambito al fine di ampliare le conoscenze e sfatare i diversi pregiudizi, sviluppatisi attorno tali strumenti.

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L’autrice

Vera Baroni, Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Padova nel 2018, nel 2019 ha conseguito il diploma al Master in Death Studies & The End Life. Attualmente tirocinante post-lauream presso il Centro di Riferimento Oncologico (C.R.O.) di Aviano. Ha sviluppato uno specifico interesse nell’ambito dell’accompagnamento psicologico al malato terminale e alla sua famiglia grazie allo svolgimento di diversi tirocini (pre/post-lauream, volontari) presso diversi Hospices regionali (Friuli Venezia Giulia) che nazionali (Bentivoglio), specializzandosi sull’applicazione della Terapia della Dignità (Dignity Therapy), argomento quest’ultimo della tesi di laurea magistrale, attraverso i quali ha delineato il suo campo di studio e di applicazione futuri. Attualmente è facilitatrice all’interno di gruppi di auto-mutuo-aiuto rivolti a caregiver (familiari e assistenti familiari) di persone affette da patologie neurodegenerative presso l’Associazione Familiari Alzheimer Pordenone Onlus.

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