
Accompagnare
Reperire materiale sulla tematica dell’ ‘accompagnare’ persone che vivono una situazione di crisi, di malattia terminale o di perdita è molto semplice e agevole. Esiste infatti una numerosissima quantità di materiale scritto e video, in formato digitale e cartaceo, in rete e nei canali classici che affronta la questione da un punto di vista autobiografico, saggistico, narrativo, clinico.
Ciò che invece spesso non si trova, è un approfondimento usufruibile nella pratica delle situazioni di vita reale, quando cioè si ha a che fare direttamente con malati alla fine della vita o persone che attraversano momenti strazianti della loro esistenza; è altrettanto carente poi l’analisi dettagliata, sempre in una logica operativa, di tutto ciò che l’accompagnamento prevede e produce in chi si offre per aiutare. Se è vero che non si può offrire niente di più di ciò che si è, altrettanto indubbia è la possibilità di acquisire nuove competenze, abilità e strategie: integrare quindi sempre più chi si è veramente e arricchire tutto questo enorme patrimonio personale con altro, a volte totalmente altro, da sé rappresenta l’epicentro di ogni forma di accompagnamento.
I contributi di questa sezione rappresentano un tentativo per approfondire questa prospettiva.

Sezione curata da:
Nicola Ferrari
Formatore per chi si occupa, a diversi livelli, dei percorsi di ricostruzione esistenziale dopo una perdita, ha conseguito il Master in Psicologia clinica presso l’Università di Bologna in Assistenza psicologica nelle situazioni di lutto naturale e traumatico. E’ scrittore, autore di diversi libri sul tema del lutto e di contributi in varie riviste e saggi. Ha fondato l’Associazione Maria Bianchi di Mantova. Ha attivato l’Unità Di Crisi: un servizio di supporto alla comunità scolastica in lutto dopo il decesso di un alunno, un docente o un genitore.
Accanto: le paure e i dubbi di chi accompagna un malato alla morte.
Di Andrea Cavallaro
‘Mi sono chiesto se avevo espresso i pensieri giusti al momento giusto, se avevo fatto bene ad impicciarmi di argomenti così personali, se le avevo rubato del tempo o se il tempo che mi aveva dedicato era ben speso. Dopo i dubbi iniziali, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per elaborare ciò che era successo e giungere a delle conclusioni (…)
Quando la cura tocca i limiti: la visione dei defunti come richiesta di aiuto
di Maurizio Padovani
Il confronto condiviso e senza pregiudizi che si instaurò ebbe immediatamente un effetto molto rassicurante su P. che riuscì a osservare meglio, con il distacco emotivo necessario, quali condizioni mentali erano in grado di ribaltare il sentimento di paura con uno di comprensione dell’evento (…)
Non è andato tutto bene: solitudine e resistenza dell’infermiera ai tempi del Covid-19
di Elena Bonazzi
Ho tenuto la mano a molte persone che non ci sono più seppure con addosso dalle due alle tre paia di guanti, ma quelle strette le ho sentite come se addosso a me fossi vestita di nulla. (…)
Aiutandoti, barcollo. Il dolore del terapeuta nella relazione con chi desidera morire
di Antonio Loperfido
‘Lei cosa pensa di me? Cosa pensa di chi si suicida? Mi considera un fallito, un codardo, un vigliacco, un menefreghista, una persona senza cuore, un egoista, un malato demente da inserire in qualche categoria diagnostica, una persona debole?’ (…)