Morire in scene brevi: AEON FLUX
Di Maurizio Mannocci Galeotti
Kusama K. – USA 2005
Qui siamo in un futuro molto “pulito e perfetto” dell’Umanità, che solo verso la fine comprenderemo che è basato sulla clonazione da ben 400 anni. Una clonazione che fa “rivivere” le persone, ma solo poche (i membri del consiglio dei saggi che regge il mondo) lo sanno e si “auto-clonano, mantenendo la coscienza del sé intatta”. Trevor è uno del consiglio, ed è lo scienziato la cui famiglia ha inventato la clonazione quando la sterilità ha colpito tutti gli abitanti del pianeta Terra.
Æon Flux è la eroina “exfumetto” che gradualmente si ribella, incontra Trevor che ha appena scoperto che vi sono donne nuovamente e naturalmente in cinta. Riescono a salvarsi dalla caccia di Oren altro capo del consiglio che non vuole nessun cambio, solo e sempre clonazione. Ha fatto uccidere anche le donne in cinta. Infine Æon Flux ritorna sull’aeromobile delle clonazioni e la distrugge per impedire la possibilità di clonazioni.
Qui mi ha colpito che sempre in un solo breve dialogo si tratta della finitezza umana. Aeon, la donna, convince Trevor, l’uomo, a distruggere la possibilità di clonazione per tutti:” …Siamo nati per Morire… basta alle clonazioni lasciamo fare alla Natura e viviamo il presente! …” Il dialogo reale è poco più lungo, ma questo è il senso. Anche qui in un film per giovani, a circa 50anni di distanza dal precedente, mi hanno piacevolmente sorpreso le affermazioni della eroina che valorizza il vivere accettando che finirà. Forse perché la Clonazione come la Metempsicosi permettono che esista più volte lo stesso essere in tempi e luoghi diversi. E questa idea l’ho sempre rifiutata perché senza la mia unicità perderei anche la mi identità.
E voi che ne pensate? quali i vostri Dubbi? Paure? Certezze? Nuovi stimoli insieme ci fanno crescere.
L’autore
Maurizio Mannocci Galeotti.
“Nei miei 35anni di professione medica ho attraversato, non indenne, sofferenze molto diverse, dalle case al carcere, dall’Italia al Nicaragua, Colombia e Angola, dalla guerra alla pace, da ragazzi ad anziani, da malati di mente a tossicodipendenti. Da quasi 2 decadi sono approdato alla Cure Palliative scoprendo che tutte le precedenti esperienze mi avevano preparato per essere capace di accompagnare altre persone nel loro tempo ultimo, cercando di lenire la sofferenze loro e dei loro cari.”