GUIDA ALL’ASCOLTO: Schubert
Di Maria Teresa Palermo
Franz Schubert (1797 – 1828)
Quartetto in re minore n. 14 Der Tod und Das Mädchen (La morte e la fanciulla)
- Andante con moto
Il compositore viennese Franz Schubert ebbe vita breve ma lasciò un segno importante nella storia della musica. Il quartetto per archi denominato “La morte e la fanciulla” venne pubblicato postumo, nel 1831, ed è ispirato a un Lied del poeta tedesco Matthias Claudius, dedicato ad una “comune amica” dell’uomo, ossia la Morte. Il tema dell’incontro fatale tra la morte e la fanciulla risale al rinascimento e molti artisti ne hanno preso ispirazione; Schubert lo musicò in uno dei suoi frequenti periodi di malattia ed è molto chiaro dalle sue lettere che per lui la morte era davvero una compagna e una fonte di ispirazione. La musica è piena di energia, di profondità, di slancio poetico ed è nobilmente tragica più che disperata, in particolare il secondo movimento, un tema con variazioni qui proposto nell’eccellente esecuzione del Quartetto Alban Berg.
Colpisce l’affinità, tematica e cronologica, con la poesia “A Silvia” che Leopardi scrisse nel 1828, – l’anno della morte di Schubert – in omaggio a un’adolescente a lui cara morta di tisi. Il testo del Lied di Claudius è molto breve, uno scambio di battute tra la morte e la fanciulla, in cui appare un debole tentativo di opposizione prima dell’abbandono.
La Fanciulla:
Via, sparisci! / Vattene, barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va’, mio caro! / E non mi toccare.
La morte:
Dammi la tua mano, / bella creatura delicata! / Sono un amico, / non vengo per punirti. / Su, coraggio! / Non sono cattivo. / Dolcemente dormirai fra le mie braccia!
La Morte (der Tod) in tedesco è di genere maschile e naturalmente questa prospettiva getta una nuova luce nella relazione con la fanciulla, appare una strana forma di protezione, di accudimento, quasi si potrebbe dire di seduzione. “Geh, lieber” dice la fanciulla, noi potremmo tradurre “Va’, mio caro” ma l’aggettivo lieber contiene in sé quasi letteralmente la parola amore (Liebe).
Questo lungo quartetto in quattro movimenti, è un’opera perfetta da un punto di vista formale. Il secondo movimento, Andante con moto, presenta il tema del Lied e lo sottopone a cinque meravigliose variazioni in cui le voci gravi e acute degli strumenti si alternano e dialogano alla ricerca di una integrazione rasserenante che giungerà alla fine, quando la tonalità di impianto di sol minore si trasforma in un inaspettato sol maggiore pieno di luce e di speranza.
La forma del tema con variazioni è una delle più ricche dal punto di vista affettivo, ognuno di noi è portatore di temi esistenziali ricorrenti ma che variano continuamente; l’ascolto profondo della coerenza formale della musica può aiutarci a trovare la creatività di tutte le variazioni e la certezza rassicurante di ogni tema.
L’autrice
Maria Teresa Palermo, Musicista, ha fatto parte per 20 anni dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Dopo la formazione in musicoterapia si è dedicata a interventi nell’area della disabilità infantile, della didattica musicale e nei reparti di oncologia degli ospedali. È responsabile del progetto di musica e musicoterapia presso l’Hospice “Antea” di Roma, Rete di Cure Palliative.