ELOGIO ALLA MORTE, di Alda Merini
Di M. Bardotti e S. Cardellini
Alda Merini è una voce che ha cantato tutto. Dal mostro portinaio che le portò via la pace (storia da lei più volte narrata, della bruttezza estetica del portinaio di dove abitava che la sconvolse profondamente) alla pace ricercata nelle relazioni con uomini che lei ha amato sempre furiosamente. Il manicomio. L’elettroshock. Gli angeli. Tutto sullo stesso piano. Tutto qui e ora, sempre vissuto costantemente e contemporaneamente. Con le insidie della vita e le insidie della morte, spesso confuse, spesso esattamente le stesse. Vita morte morte vita. La dolce morte del poeta.
Se la morte fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un’acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poiché la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto.
Che tu mi copra di insulti,
di pedate, di baci, di abbandoni,
che tu mi lasci e poi ritorni senza un perché
o senza variare di senso
nel largo delle mie ginocchia,
a me non importa perché tu mi fai vivere,
perché mi ripari da quel gorgo
di inaudita dolcezza,
da quel miele tumefatto e impreciso
che è la morte di ogni poeta.
L’autore
Massimiliano Bardotti, poeta, ideatore e conduttore del corso di scrittura: La Poesia è di Tutti. Autore del libro “Il Dio che ho incontrato” (Ed. Nerbini). Cofondatore del progetto P.O.A. (Progetto Ospitalità Artisti): progettoospitalitaartisti.wordpress.com
L’autore
Serse Cardellini, poeta, filosofo, antropologo delle religioni, operatore socio-sanitario e operatore in medicina tradizionale cinese. Cofondatore del progetto P.O.A. (Progetto Ospitalità Artisti): progettoospitalitaartisti.wordpress.com