Gatto, una piacevole presenza e un pensiero raccolto in servizio
di Mattia Baldovin
Il cielo, a tratti sereno e a tratti nuvoloso, il vento a spezzare quel difficile silenzio. Poche parole, poche presenze; siamo in poco più di sette persone, in questo tempo di riti veloci, di intervalli in cui non abbiamo il tempo di prima, da donare al cordoglio e al ricordo.
Nel nostro profondo siamo ancora più sensibili ed esposti ad emozioni e influssi nuovi. Da tempo ogni volta che mi trovo al Campo Santo per accompagnare nell’ultimo viaggio i defunti, mi guardo attorno e accolgo in me le sensazioni che arrivano.
Ed ecco che oggi al cimitero, non da solo, io e altri colleghi attendiamo il sacerdote e i famigliari per l’ultimo saluto. Il silenzio regna sovrano e tutto attorno è fermo, in una rispettosa attesa, mentre, con la coda dell’occhio noto che dalle scale laterali si avvicina lentamente un gatto, lì per lì tutto normale, ma poco dopo Gatto si avvicina a noi e al carro funebre, silenzioso ed educato, per nulla invadente e con molta dolcezza ed eleganza sembra salutare tutti.
Sono colpito; non solo perché amo profondamente gli animali ma perché ritengo siano custodi di un amore particolare. Non posso resistere e quindi mi avvicino e tra una mia coccola e le sue fusa facciamo amicizia. Gatto resta lì e non se ne va, noi lo lasciamo tranquillo.
Arrivano tutti, con passo lento ci incamminiamo verso la parte centrale del cimitero per il saluto e la benedizione. Fermo, di fronte alla chiesetta, con l’occhio scruto per vedere se Gatto è andato via, non lo vedo, poi noto che, con massima discrezione ci sta raggiungendo passando lateralmente come se non volesse disturbare.
Arrivato dove eravamo tutti, Gatto si è messo accanto al feretro, e lì sembrava quasi un silenzioso amico, venuto a salutare. Poi, tra gli scalini della chiesetta, immobile, ha fissato o forse ascoltato, so solo che fino a quando il sacerdote non ha concluso il rito, Gatto è rimasto presente.
Nello stupore di tutti, a cerimonia terminata, Gatto ha voluto nuovamente salutare, uno ad uno, per poi uscire dall’ingresso laterale da cui era entrato.
Ho fotografato Gatto e ho voluto raccontare questa piccola storia perché per me quel giorno e quell’incontro ha strappato sorrisi e regalato dolcezza.
Tutti i presenti l’hanno visto e nessuno di loro l’ha ignorato nonostante il momento. Non intendo fare ragionamenti particolari per comprendere la sua presenza, non serve attribuire un significato ad ogni evento, voglio solo pensare che per un qualche motivo è accaduto, rifletto e penso sempre più che siamo fatti di attimi, che possono cambiare il nostro modo di vedere le cose, ma possono anche cambiare una singola giornata, sta a noi essere aperti a tale scoperta.
Gatto non l’ho più visto da quel pomeriggio, però ogni volta che torno al cimitero “tiro l’occhio”.
L’autore
Mattia Baldovin, Tanatoesteta e Operatore Funerario. Si è formato in Italia con un corso specialistico di Tanatoestetica e successivamente in Spagna. Dopo aver frequentato, a Milano, un corso di Marketing in ambito funerario, ha partecipato ad una giornata di studio in merito alla Casa Funeraria, ai suoi aspetti progettuali. I suoi interessi convergono negli ambiti psicologici che il lutto comporta e da diverso tempo frequenta corsi e seminari sul tema. Ha lavorato in tre diverse Regioni italiane e ad oggi si occupa di preparazione, ricomposizione della salma, di organizzazione del servizio funebre ed espletamento delle pratiche.