Zeta – La logica della finitezza di Giorgio Prodi
Francesco Campione
“Gli occhi della mente, così chiari nell’esame di figure distanti, si confondono quando siano volti a presenze troppo vicine. La morte è una d’esse, la più prossima: la portiamo dentro di continuo. Essa si confonde con noi, e gli occhi della mente guardandola, cercano di vedere se stessi: operazione difficile, che raggiunge qualche risultato solo se sorvegliata da una attenta metodologia. E la morte non è argomento cui ci si possa applicare con distacco. […]”
Questo articolo, che risale all’ormai lontano 1986, mostra che la cultura italiana si interrogava sulla morte quando ancora il tema era un tabù. Il suo autore, oncologo e narratore, prematuramente scomparso e della cui amicizia mi onoravo, era forse il più “creativo” dei più famosi fratelli Prodi.
L’autore
Francesco Campione
Tanatologo, Presidente Associazione Rivivere e Docente di Psicologia clinica e Psicologia della perdita e del lutto all’Università di Bologna