La fondazione epistemologica della coscienza
tra scienza-tecnica, psicologia e filosofia
di Antonio Stizzi
Il problema della coscienza, della sua natura ed origine, è il problema fondamentale della conoscenza umana. Da secoli si sono susseguiti approcci diversificati a tale problema, che hanno portato a teorie parziali che non danno spiegazione di tutte le manifestazioni fenomeniche riconducibili alla coscienza stessa. Con l’affermarsi di discipline scientifiche che hanno un approccio sperimentale alla decifrazione dei fenomeni riguardanti la coscienza e con l’avanzare delle tecnologie a disposizione di tali discipline, il punto di vista filosofico su questo “oggetto” della conoscenza è andato via via obliandosi. I problemi di natura etica che nascono nell’accompagnamento clinico del fine vita come la valutazione degli stati vegetativi reversibili ed irreversibili, la valutazione etica di alcuni interventi tecnico-farmacologici che modificano lo stato di coscienza del paziente, nonché le stesse esperienze soggettive di pre-morte (NDE) che alcuni pazienti riferiscono, richiedono che la “coscienza” sia un concetto epistemologicamente definito. L’obiettivo di questo studio è mostrare la necessità di un approccio interdisciplinare al problema della coscienza al fine di verificarne una plausibile fondazione epistemologica che consenta di evitare l’apertura di spazi di relativismo etico che destabilizzano qualsiasi percorso di fine vita sia per gli operatori socio sanitari sia per i pazienti e i loro famigliari. Tale approccio cerca di integrare il punto di vista scientifico-tecnologico-sperimentale con quello filosofico in chiave critica.
L’articolo:
L’autore
Antonio Stizzi
ha conseguito il diploma del Master in Death Studies & The end of life dell’Università degli Studi di Padova per l’anno accademico 2017-2018; è sacerdote, teologo, ingegnere, già accompagnatore Spirituale Hospice “A.Marena” – Fondazione Opera Santi Medici a Bitonto (Bari).