Rappresentazioni di morte fra vegetariani italiani
di Ines Testoni, Tommaso Ghellar, Maddalena Rodelli, Loriana De Cataldo,
Adriano Zamperini
Viene presentata una ricerca finalizzata alla analisi della ricerca delle ragioni che inducono a limitare il consumo della carne. Sono stati intervistati 22 partecipanti (il 59% donne; il 45% uomini) di età compresa tra i 19 e i 64 anni, tutti vegetariani o vegani, provenienti dall’Italia centro-settentrionale. La ricerca è stata realizzata con metodo etnografico, coinvolgendo vegetariani o vegani che hanno partecipato a un dialogo centrato sulle ragioni della loro scelta alimentare, realizzato con l’Interpretative Phenomenological Analysis (IPA). In particolare l’indagine è stata ancorata agli aspetti relativi alle rappresentazioni ontologiche. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza tre differenti motivazioni che sottendono la scelta vegetariana: ragioni salutistiche, ragioni etiche e ragioni spirituali.
La Terror Management Theory (TMT), in particolare, enfatizza il ruolo della paura della morte nella determinazione di molteplici comportamenti collettivi e individuali (Greenberg, Solomon Pyszczynski, 1997), tra cui le scelte alimentari. Alcune ricerche hanno infatti dimostrato come il disgusto sia collegato alla rappresentazione della componente animale dell’essere umano, la quale rimanda all’idea di mortalità (Haidt, McCauley & Rozin, 1994). L’emozione derivante dalla repulsione nei confronti della carne impedirebbe la contaminazione per ingestione di un cadavere animale, allontanando così il pericolo di diventare a nostra volta animali e, come tali, esseri mortali. Quanto emerso dalle interviste mostra l’esistenza di una strategia inversa, rispetto a quella proposta dalla TMT, in quanto il vegetarianesimo definisce una sostanziale comunanza tra le due dimensioni, in cui non viene differenziato l’umano dall’animale. L’intento finale di questa prospettiva, che può essere interpretata alla luce della teoria dell’ ”embodiment” (Fox Word, 2008) è comunque quello di poter rappresentare la salvezza di entrambi dal destino di “annientamento assoluto” dopo la morte.
L’articolo:
L’autrice
Ines Testoni, Professoressa di Psicologia sociale all’Università di Padova, psicologa e psicoterapeuta, filosofa allieva di Emanuele Severino. È direttrice e coordinatrice del Master in “Death Studies & the End of Life” e del corso di alta formazione in “Dirigenza con Delega per la Sicurezza Urbana e il Contrasto Sociale alle Mafie”.