
Vedere oltre: l’aldilà nelle religioni
È abbastanza evidente che la rimozione della morte nella nostra società si connette all’allontanamento, almeno in forma consapevole, dalla dimensione spirituale. Altrettanto si può dire che la sua riscoperta sia in gran parte frutto di un mutamento culturale. Le religioni, che alcuni decenni or sono in Occidente sembravano un residuo del passato, stanno riaffiorando nella coscienza collettiva. E, ancor più della loro presenza organizzata, si avverte un’atmosfera nuova. Radici che parevano disseccate, oppure addirittura da recidere, si mostrano più che mai vitali e tornano ad alimentare l’umanità.
In una visione in cui la vita è un fatto puramente biologico, e ciò che la rende degna di essere vissuta un certo standard di benessere ottenibile attraverso il progresso tecnologico e sociale, la morte è ovvio che sia rimossa. Già la malattia, la vecchiaia e ogni tipo di svantaggio che non sia rimediabile sono problematici; e la morte è ciò che per eccellenza non ha rimedio: ciò che, decretando il fallimento di ogni sforzo, getta una luce inquietante sulla vita stessa. Perché la morte sia significativa, occorre si dischiuda una prospettiva più ampia, nella quale i cammini personali conducano ben al di là delle mete socialmente perseguibili.
Le religioni sono per l’appunto questo: grandi cornici entro le quali il senso della vita e il destino personale vengono in vario modo definiti. Collocandosi al loro interno, a seconda dei luoghi e delle epoche, gli individui hanno modo di compiere un percorso. Concorrono a orientarlo racconti, riti e simboli. Ogni età della vita e relazione sociale ne sono investite. Non può stupire dunque che la morte lo sia in particolare modo. La cura di cui è fatta oggetto testimonia quanto cruciale appaia in una visione in cui più dimensioni si compenetrano.
In questa pagina, volendo indicare le attenzioni richieste all’esperienza del morire nelle varie culture religiose, cercheremo prima di esplorarne i presupposti: cioè la visione della vita e del destino personale di cui ciascuna cultura è portatrice. Ciò di cui va tenuto conto non sono solo infatti adempimenti formali, ma traduzioni sul piano simbolico e rituale di un particolare modo, configuratosi in determinate condizioni storiche e sociali, di rappresentare la condizione umana e il compito a cui è volta. È soprattutto dalla comprensione di ciò che può scaturire la sensibilità idonea all’accompagnamento.
Abbiamo voluto che a raccontarle fossero direttamente coloro che vivono in quelle specifiche realtà religiose.
Sezione curata da:
Claudio Torrero
Presidente presso Associazione culturale Interdependence
Associazione Religions for Peace
L’associazione vuole operare per promuovere una convivenza pacifica e giusta fondata sul rispetto reciproco, utilizzando i mezzi spirituali propri delle religioni.
religioniperlapaceitalia.org