
Il ciclo di nascita e morte
Nella visione dell’induismo, sanatana dharma samgha, la nascita e la morte non sono considerate come inizio e fine della vita, quindi, non come due punti posti su un asse di tempo lineare bensì sono ritenuti attimi, transizioni all’interno di un andamento ciclico del tempo e della vita. La concezione della ciclicità di nascita e morte conosciuta come samsara, che considera l’assunzione di un nuovo corpo dopo la morte, implica che non vi è un tempo in cui la vita non sia. Tutto è vita. La morte, in questa prospettiva, non è altro che una trasformazione, un cambiamento di stato.
L’anima dell’individuo assume un nuovo corpo, abbandonando il vecchio come una persona si mette dei vestiti nuovi e si libera dei vestiti logori. La rinascita in un nuovo corpo è per l’anima semplicemente una nuova fase in questo continuo ciclo.
Solamente uscendo dal samsara, si raggiunge la pace e la felicità eterne, ovvero l’unione con l’anima universale.
In tale visione si dà molta importanza alla responsabilità individuale e alla scelta di coscienza, e la figura del sacerdote non è mai di mediatore con Dio. Il rapporto con Dio è strettamente personale e individuale.